I tweet diventano pubblicità con conversational ads

In quest’ultimo periodo ci siamo trovati molto spesso a parlare di Twitter e cinguettii. Twitter sta dimostrando di non essere affatto addormentato e di essere pronto ad innovarsi, cambiare, rischiare pur di continuare a sfidare i suoi rivali e, perché no, a guadagnare un bel po’ di quattrini.

La sostituzione del vecchio like, la volontà di allargare i messaggi molto oltre i 140 caratteri, i nuovi strumenti per seguire le notizie, non hanno esaurito i progetti e la vivacità degli amministratori e degli sviluppatori del social network.

L’ultima notizia riguarda la pubblicità, Twitter ha infatti presentato un nuovo strumento che permetterebbe di inserire i tweet degli utenti all’interno delle pubblicità presenti nella sua piattaforma.

Un novità, chiamata conversational ads, che si tradurrà nella possibilità che gli inserzionisti avranno di creare degli hashtag che, se cliccati dall’utente, daranno la possibilità di twittare direttamente sull’argomento. Il tasto-hasthag dovrebbe portare a un tweet pensato dall’inserzionista che l’utente potrà compilare. Il cinguettio apparirà così nella timeline dell’utente stesso all’intero della pubblicità per cui è stato creato. Insomma, con il consenso dell’utente i vari marchi potranno collezionare i tweet e farne una campagna pubblicitaria.

Con il conversational ads Twitter si fa intermediario tra aziende e utenti, aiutando le prime a contattare gli altri. Un ruolo di cui il social network si incarica per un preciso motivo: monetizzare.

Tutte queste novità a cui Twitter ci sta abituando vanno in due precise direzioni: cercare di allargare la base di utenti e guadagnare sugli utenti esistenti. Non riuscendo a far crescere il numero dei suoi iscritti, Twitter punta ora ad estendere il pubblico delle pubblicità, a chiamare investitori che sfruttino chi già cinguetta sul social.

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