Dati salvati nel DNA più sicuri e duraturi

Il salvataggio dei dati è una delle grandi sfide che l’informatica dovrà affrontare nei prossimi anni. Non che le soluzioni sviluppate fino ad oggi siano completamente da buttare, anzi! C’è tuttavia necessità di tecnologie che permettano di immagazzinare dati per molto (molto!) tempo.

Le tecniche utilizzate al giorno d’oggi sono più che valide. Siamo partiti dai semplici hard disk per poi iniziare a fare backup quando il costo dello spazio di archiviazioni iniziò a calare. Passando per il mondo del RAID si è arrivati al cloud che permette di avere sempre a disposizione i propri dati garantendo la sicurezza degli stessi.

Quello che però bisogna tenere in considerazione è che i dati sono sempre e comunque immagazzinati su hard disk che, per quanto prestazionali e per quanto ridondati, sono suscettibili di guasti. Quello che serve, per poter garantire la sicurezza dei dati per decine e centinaia di anni, è una nuova tecnologia.

Microsoft, proprio per questo motivo, ha realizzato uno studio in cui si stima che nel 2017 le informazioni da immagazzinare saranno 16 zettabytes (ovvero 16 x mille miliardi di gigabytes!) e ha deciso di acquistare dalla startup californiana Twist Bioscience 10 milioni di oligonucleotidi.

Le molecole di DNA possono immagazzinare i dati grazie ai valori binari assegnabili alle quattro basi: T e G = 1, C e A = 0. La lettura dei dati si effettua “semplicemente” effettuando il sequenziamento e la conversione di ogni base in binario.

Questo processo, per il genoma umano, costava circa 1 miliardo di dollari nel 2001. Siamo passati a 1000 dollari al giorno d’oggi quindi l’utilizzo diventa accessibile per il mercato.

L’elemento che maggiormente incoraggia lo sviluppo di questa tecnologia è la durabilità dei dati immagazzinati nel DNA: 1 miliardo di GB per un grammo di DNA per oltre 2000 anni senza deterioramento!

Gli studi stanno ormai giungendo al termine ed i costi si sono incredibilmente ridotti. Forse, in un futuro non lontano, per salvare i nostri dati invece di scatolotti con dischi magnetici all’interno avremo scatolotti con…DNA sintetico!

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